Intervista a Fabrizio, Mister Leather Italia 2017
Il nostro Chris ha intervistato Fabrizio, eletto Mister Leather Italia 2017 a Padova durante la serata organizzata dal Leather Club Roma e da Leather Friends Italia.
In uno dei tuoi primi post da Mister Leather Italia 2017 ti sei definito gay, genitore, attivista per i diritti LGBTQIA, ma io aggiungerei anche professionista in carriera, uomo innamorato, leatherman e potrei continuare…
La domanda è: come fai a far tutto?
In effetti ho una grande energia, questo un po’ mi contraddistingue, cerco sempre di ottimizzare i tempi e i risultati e quindi riesco a fare tante cose insieme. Però devo ammettere che negli anni ho avuto una grande mano nella gestione familiare da mia mamma e oggi dal mio compagno. Ho un rapporto con la mia ex moglie molto sereno, nostra figlia è cresciuta con entrambi e adesso che è una donna adulta, compie 19 anni a giugno, i miei spazi personali sono cresciuti.
Come siamo arrivati al Fabrizio che è diventato Mister Leather Italia 2017?
Con molta progressività, soprattutto perché le priorità nella mia vita sono state altre per tanto tempo. Mi sono separato quando mia figlia aveva solo 3 anni e da quel momento ho cominciato a prendere consapevolezza della mia omosessualità e a vivere contemporaneamente mio interesse feticistico. All’inizio ho avuto delle relazioni con ragazzi che non condividevano la mia passione, ma ho cercato comunque di accrescere la mia dimensione di leatherman con gli acquisti giusti, stivali soprattutto, che per me sono da sempre irrinunciabili.
E tutto il resto? Capisco la passione per gli stivali, ma per l’elezione eri vestito di tutto punto…
Beh i giubbotti li ho sempre avuti, mentre pantaloni sono venuti molto dopo. Ma ormai anche quelli sono parte del mio abbigliamento. Da quando ho iniziato a viaggiare in Europa per lavoro sono riuscito a procurarmi qualche capo in pelle a buon prezzo a Dublino, Londra e Amsterdam. La scoperta di negozi specializzati come Mister B e Rob è avvenuta ad Amsterdam.
Quando hai iniziato a frequentare l’ambiente fetish?
I primi contatti dal vivo con altri leatherman li ho avuti nel 2008, durante una pausa nella relazione con il mio compagno di allora. Per la prima volta ho provato l’ebbrezza di vestirmi in full leather e farmi scorrazzare in moto dal mio primo leather-mentore, Maurizio TomOfBiker. Poi nel 2010, quando ho chiuso definitivamente la relazione di cui ti parlavo, ho allacciato ulteriori contatti e ho rafforzato le amicizie che già avevo, in primis in Toscana (non posso non citare Luca, Roberto e Dennis che insieme a Maurizio sono state pietre miliari nella mie prime esperienze con la dimensione leather).
Come è avvenuto l’incontro con l’associazionismo gay-fetish italiano?
Da single è stato più facile entrare in contatto con i fetish club italiani. La mia prima festa è stata a Milano con LFItalia a fine 2010, grazie alla quale ho potuto conoscere dal vivo alcuni amici di chat con cui sono rimasto in contatto in tutti questi anni. Ma è stato dal luglio 2013, quando è iniziata la storia con il mio attuale compagno, Costantino, che la mia dimensione leather è diventata una realtà anche di coppia, condivisa e vissuta nella quotidianità. Considera che dopo un mese eravamo già a Berlino! Il primo grande evento fetish a cui abbiamo partecipato è stata l’AGM del 2013 a Padova.
Un fiorentino alla scoperta del Veneto insomma…
Beh ma quello è stato solo l’inizio! Col tempo ho conosciuto anche gli altri club Italiani: Leather Club Roma nel 2011 (quando ho incontrato per la prima volta Fabio e Paolo e poi Massimo) e successivamente anche LFMilano, che è nato più di recente.
Negli ultimi anni ho intensificato la partecipazione agli eventi fetish italiani (riuscendo a stringere tante nuove amicizie) e sono riuscito a fare anche alcune esperienze all’estero.
Che mister vorresti essere? Qual è il tuo obiettivo per i prossimi dodici mesi?
Penso di voler rappresentare soprattutto la nostra dimensione di persone gay feticiste e leatherman, che hanno una passione interiore e una sessualità kinky, bdsm e fetish.
Certo tutti noi siamo anche tante altre cose, come hai detto tu io sono gay, padre, attivista lgbt, ingegnere, lavoratore, compagno, leatherman… Ciò non toglie che la sessualità sia una dimensione importante e fondamentale della personalità, che non può essere “rimpiattata” in un angolo. E per noi fetishman questo è ancora più vero visto che la esprimiamo anche attraverso ciò che indossiamo. Vorrei che questo aspetto emergesse durante il mio anno.
Dunque il feticismo e la pelle come una sorta di affermazione della propria identità…
Sì, esatto! E con il titolo di Mister Leather Italia 2017 questo è ancora più vero per me: è un po’ come dire “io sono anche questo e va bene così”. Forse è proprio grazie a questo mio esprimermi a pieno e alle molteplici sfaccettature che mi contraddistinguono, che ho quell’energia di cui si parlava all’inizio.
Come rappresentante del mondo leather-fetish italiano, vorrei dare un contributo di presenza e poter mostrare che si può vivere la propria dimensione sessuale insieme a tutte le altre della nostra vita, addirittura essendo genitore a avendo educato e cresciuto una figlia da babbo separato. Un altro obiettivo importante sarà collaborare in modo costruttivo con i club per accrescere la nostra comunità e le potenzialità della scena leather italiana.
I tre club italiani hanno iniziato a organizzare feste fuori dalle piazze classiche (Milano, Roma e Padova): come valuti questa “delocalizzazione” e cosa pensi si possa fare nella nostra Toscana per favorire lo sviluppo della scena fetish regionale? Anche nelle altre regioni ovviamente…
La Toscana inizia ad avere una sua rappresentanza importante nel mondo fetish. Dopo la tua vittoria come Mister Rubber 2016, quest’anno al concorso di Mister Leather due concorrenti su tre erano toscani. Evidentemente anche noi “toscanacci” sentiamo il bisogno di essere presenti e riconosciuti. Considera anche che non tutti si possono permettere viaggi e spostamenti all’estero, per cui secondo me sarebbe importante organizzare più eventi in Toscana e nelle altre regioni Italiane.
In effetti l’ultima elezione di Mister Rubber si è svolta proprio a Firenze…
Sì, ed è stato un gran bell’evento!
Però credo non si possa ottenere molto con una festa all’anno, nel senso che non basta questo per far crescere una comunità locale. Sarebbe bello se i club fetish italiani promuovessero più eventi “delocalizzati”, ma con l’idea che di supportare la nascita di gruppi locali attivi, in modo da poter dare continuità alle iniziative e far conoscere meglio il mondo leather anche nei contesti più defilati.
Sono pienamente d’accordo con te! Figurati che io, toscano doc, ho scoperto il mondo fetish a Roma!
Già… Considera poi che tanti ragazzi non si avvicinano al mondo leather per mancanza di materia prima, abbigliamento intendo, per questioni economiche o semplicemente perché anche l’avere in casa un paio di stivali potrebbe non essere accettato dai familiari. Per questo è necessario migliorare anche la possibilità di scambio fra noi feticisti, con incontri dal vivo e non solo con “chiacchiere” virtuali. In quest’ottica, i momenti di socializzazione, pizzate e brunch, sono opportunità grandiose.
Vorrei tornare attimo sul tuo essere genitore… Tua figlia come ha preso la notizia di avere un papà mister?
Non potevo certo candidarmi al titolo senza che mia figlia Lavinia lo sapesse! Anzi una grande motivazione per gareggiare è stata proprio l’entusiasmo con cui ha accolto la notizia della mia possibile partecipazione. Ci ha chiesto cosa andassimo a fare a Padova e quando le abbiamo detto del concorso di Mister Leaher Italia 2017 e della mia idea di prendervi parte, lei ha detto una cosa del tipo: “Davvero babbo potresti partecipare? No dai, ganzo! Vai!!!”. Con il supporto del mio compagno e il tifo di mia figlia, il cuore leather si è sciolto e la decisione ha iniziato a concretizzarsi.
Quali difficoltà hai incontrato nell’essere un genitore omosessuale?
Il mio percorso per accettarmi finalmente come omosessuale, con una figlia avuta in una relazione eterosessuale, mi ha portato ad affrontare dei problemi concreti, facendomi vivere un’esperienza in larga parte tutta a carico mio. I primi anni non ho avuto molte persone con cui confrontarmi, che vivessero la mia stessa condizione.
I genitori che si scoprono o si accettano come gay o trans, dopo un matrimonio o una relazione eterosessuale, spesso non si sono riconosciuti da giovani, a causa dell’ambiente familiare e sociale, per la mancanza di educazione affettiva e sessuale nelle scuole, per l’omotransfobia sociale che nega la possibilità di riconoscersi come gay o lesbiche o in un’identità di genere diversa da quella anagrafica. Per questo si cerca una strada di normalità, per sentirsi accettati dai nostri affetti più cari e dalla società. Da qui la difficoltà a riprendere le fila di se stessi, i sensi di colpa nei confronti dei partner eterosessuali e dei figli stessi.
L’omotransfobia è ancora così presente nella nostra società?
In passato, genitore e omosessuale sembravano due mondi inconciliabili. Ora grazie alla visibilità delle famiglie arcobaleno siamo più abituati all’idea, ma ancora oggi una coppia di padri con figli è qualcosa che non viene digerito del tutto, mentre sembra più accettabile l’idea di una coppia di madri. Ma ci sono anche genitori transessuali; immagina l’atteggiamento “medio” del cittadino comune nei loro confronti.
Un tema estremamente delicato al quale avete cercato di dare una risposta in modo concreto attraverso la vostra associazione Rete Genitori Rainbow.
Proprio così. Abbiamo creato Rete Genitori Rainbow, con due amiche mamme e un altro babbo, per dare supporto ad altri genitori che si trovano a vivere nostra stessa condizione. Attraverso il sito web www.genitorirainbow.it, un forum dedicato, una linea di ascolto e gruppi di autoaiuto, è possibile confrontarsi in un ambiente protetto, con persone che hanno la stessa esperienza di vita. Parlandone insieme tutto diventa più facile da risolvere, si fanno grandi passi, nella gestione della separazione, nel coming-out in famiglia e con i figli, nel riprendere in mano una vita come persone omosessuali o transessuali, nell’introdurre i nuovi compagni nella nostra famiglia allargata e in generale nelle tante esperienze di vita quotidiana.
Per l’ultima domanda andiamo un po’ sul faceto… I tuoi piani per i prossimi mesi: dove ti vedremo?
So bene quanto sia importante essere rappresentanti di un comunità. Per questo penso sia fondamentale partecipare attivamente agli eventi e essere visibili nella comunità fetish europea. Il ruolo svolto dai club è stato storicamente fondamentale e continua a essere imprescindibile per dare visibilità e dignità al nostro essere fetishman.
La mia priorità sarà la comunità fetish italiana: sono già stato a Roma per la chiusura di stagione di LCR e fine mese sarò a Torino con LFI. Senza dimenticare i party organizzati da LFM. Con il mio compagno di avventure, Joy Gen, Mr Rubber Italia 2017, cercheremo di partecipare alla maggior parte degli eventi organizzati in Italia. La mia prima trasferta Europea sarà probabilmente il World Pride a Madrid e successivamente il Leatherparty di Amburgo ad agosto in compagnia di mia figlia. Credo che sarà un banco di prova per me e un’esperienza per lei, ma anche per gli altri fetishman presenti. A settembre parteciperò al mio primo Folsom, mentre a Ottobre sarò ad Amsterdam per l’AGM e Mr Leather Europe.
E poi?
E poi e poi… mica vi posso svelarti tutto!