Come cambia il mondo fetish
In un interessante articolo pubblicato sul New York Times e postato dal nostro Marco, Michael Musto riflette sull’evoluzione della comunità fetish americana.
Già il titolo dell’articolo “Gay Leather Scene Tones Down From Hard-Core to Dress-Up” evidenzia la tesi dell’autore: la scena gay leather sta passando dalle iniziali “tinte forti” a una sorta di sfilata, di gara a chi indossa il vestito migliore.
Intervistando sia leathermen che proprietari di locali e negozi, l’autore rileva che l’abbigliamento leather (o, meglio, alcuni elementi di esso, come l’harness) siano diventati in un certo senso mainstream all’interno della comunità gay: non indicano più un’appartenenza alla comunità festih, ma più semplicemente un modo di vestirsi “sexy”, cioè sessualmente provocanete.
L’autore ritiene che alla base di questa trasformazione ci siano fondamentalmente due fattori:
* da un lato, la comunità gay americana ha -per così dire- barattato l’accetazione sociale con il proprio lato più kinky: la lotta per l’accettazione ha insomma portato ad una sorta di auto-censura che ha nascosto o mitigato gli aspetti più “controversi” (ma anche dirompenti e innovativi) della cultura gay;
* dall’altro, l’AIDS con la imponenete campagna mediatica ad essa relativa, ha spinto a nascondere tutto ciò che era troppo chiaramente collegato al sesso.
In questo modo, per l’autore, la “comunità leather” negli USA è in costante declino, perché i suoi tratti distintivi, ed in specie l’abbigliamento, stanno evolvendo verso forme di “light fetish”, perdendo gran parte della loro carica innovativa, libertaria e trasgressiva per diventare semplicemente un tipo di abbigliamento “sexy” da indossare ai party.
E, aggiungiamo noi, questo ci sembra succedere sempre più anche in Europa.
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