Come cambia il mondo fetish
In un interessante articolo pubblicato sul New York Times e postato dal nostro Marco, Michael Musto riflette sull’evoluzione della comunità fetish americana.
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Leathermen al gay Pride (New York, 1964)
Già il titolo dell’articolo “Gay Leather Scene Tones Down From Hard-Core to Dress-Up” evidenzia la tesi dell’autore: la scena gay leather sta passando dalle iniziali “tinte forti” a una sorta di sfilata, di gara a chi indossa il vestito migliore.
Intervistando sia leathermen che proprietari di locali e negozi, l’autore rileva che l’abbigliamento leather (o, meglio, alcuni elementi di esso, come l’harness) siano diventati in un certo senso mainstream all’interno della comunità gay: non indicano più un’appartenenza alla comunità festih, ma più semplicemente un modo di vestirsi “sexy”, cioè sessualmente provocanete.
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L’Eagle Bar a New York
L’autore ritiene che alla base di questa trasformazione ci siano fondamentalmente due fattori:
* da un lato, la comunità gay americana ha -per così dire- barattato l’accetazione sociale con il proprio lato più kinky: la lotta per l’accettazione ha insomma portato ad una sorta di auto-censura che ha nascosto o mitigato gli aspetti più “controversi” (ma anche dirompenti e innovativi) della cultura gay;
* dall’altro, l’AIDS con la imponenete campagna mediatica ad essa relativa, ha spinto a nascondere tutto ciò che era troppo chiaramente collegato al sesso.
In questo modo, per l’autore, la “comunità leather” negli USA è in costante declino, perché i suoi tratti distintivi, ed in specie l’abbigliamento, stanno evolvendo verso forme di “light fetish”, perdendo gran parte della loro carica innovativa, libertaria e trasgressiva per diventare semplicemente un tipo di abbigliamento “sexy” da indossare ai party.
E, aggiungiamo noi, questo ci sembra succedere sempre più anche in Europa.
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